Le mosse per bloccare il sommerso

Polizia turistica, tavolo di confronto, incrocio delle banche date e un protocollo per gestire le segnalazioni: sono le ipotesi emerse nel convegno organizzato da Fiavet Emilia Romagna e Marche

“L’aspetto della legalità è un percorso che parla anche di comunicazione. Spesso ci troviamo in tavoli pubblici e privati che hanno lo stesso problema di contrastare o far emergere il turismo sommerso, l’abusivismo, che rappresenta un danno forte per le aziende e la nostra economia. L’idea è di partire da qui, dai comparti che portano la nostra industria ad un peso del 13% sul Pil con un 6,5% degli occupati, un comparto dove la politica ha un approccio distratto, mentre l’industria parallela conosce bene queste potenzialità, vivendo nella irregolarità”. Parte da questa denuncia Massimo Caravita, presidente di Fiavet Emilia Romagna e Marche, per discutere di abusivismo.

“Fino a poco fa si parlava tra noi di invasione di campo – aggiunge – ora, complice il web, il campo si è allargato e ci troviamo di fronte a vari tipi di abusivismo: commerciale, turistico, ricettivo. Tante le irregolarità, che anche grazie alle nuove tecnologie hanno diffuso la possibilità di agire nel sommerso”.

Sensibilizzare e informare gli stakeholder pubblici e privati del danno che provoca questo sistema all’economia è l’obiettivo numero uno di un convegno organizzato dalla Fiavet regionale qualche giorno fa a Rimini.

Il fine ultimo è arrivare a stilare delle proposte per arginare la piaga. Lo abbiamo chiesto proprio a lui, Caravita, di tracciare un quadro concreto di soluzioni.

“Una delle armi che si potrebbe usare – spiega – e che in alcune aree già funziona, è l’istituzione di una polizia locale turistica da formare perché abbia dimestichezza con le leggi specifiche di settore”. Altro aspetto che ancora manca, è l’incrocio delle banche dati: “Dopo aver tracciato l’appartamento turistico, (in diverse regioni è già operativo il codice identificativo) deve seguire il momento di verifica sull’incasso”. Ci vogliono controlli e da qui l’esigenza di un decreto attuativo che porti all’arrivo di attori in grado di esercitare il potere. Altro elemento risolutivo è quello dell’osservatorio turistico, “elemento importante legato al Cin – sottolinea Caravita – che dà la possibilità di monitorare i flussi”. Già istituito in alcune regioni, deve essere implementato e finanziato. Ultima proposta riguarda l’istituzione di un tavolo sull’abusivismo a livello regionale “specifico sul turismo e dove i soggetti siano più ampi, per poi da qui fare un protocollo d’intesa per la gestione delle segnalazioni”.

Lo sportello regionale dell’Emilia Romagna è un esempio lampante: fatte 100 le segnalazioni, solo un 5% riceve un seguito.

E’ un quadro a tinte scure, conferma anche Alberto Corti, responsabile settore turismo di Confcommercio: “Secondo Banca Italia la spesa dei turisti stranieri in Italia ammonta ad oltre 40 miliardi ma l’ex ministro Centinaio ha parlato di un raddoppio della cifra facendo emergere il sommerso con un’economia tracciata. C’è una economia duplicata che non vediamo e non la vede né il fisco né il sistema Paese, oltre ad un problema di sicurezza”.

Quali gli strumenti per fare emergere il sommerso? L’assessore regionale Andrea Corsini dichiara che l’amministrazione regionale sta lavorando sul rifinanziamento dell’albo Agenzie sicure e su un bando per la riqualificazione dei punti vendita delle agenzie di viaggio. Una buona notizia che il vicepresidente di Confcommercio con delega al Turismo, Mauro Mambelli, accoglie con piacere rilanciando e confermando l’impegno profuso da Confcommercio alla lotta all’abusivismo turistico e commerciale: “Nel mondo di Fipe e Federalberghi c’è una forte concorrenza, 190 miliardi sfuggono alla tassazione”. Daniele Barbetti, presidente di Federalberghi Toscana, evidenzia come nella sua regione si stia già lavorando con l’amministrazione pubblica da quasi un anno sull’applicazione del codice identificativo delle strutture extralberghiere. I dati che emergono sono preoccupanti in quanto tracciano un fenomeno di rilevanti dimensioni che elude norme e tassazioni: “In Toscana abbiamo 100 milioni di presenze e solo 48 mln censite”. l.d.

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Thomas Cook-Caravita: “Le aziende di filiera tradizionale funzionano”

Il presidente di Marsupio, in merito alla debacle del colosso inglese, non crede esista “il caso”, ma vorrebbe “che non ci fosse la miopia di togliere i pagamenti agevolati”

“Secondo me non c’è il caso Thomas Cook”. A pensarla così è Massimo Caravitapresidente di Marsupio Group, interpellato in merito alla vicenda che ha visto protagonista il colosso inglese. A suo dire la società, agglomerato di più realtà, “era già in sofferenza, ha prolungato la sua agonia, che poi è arrivata”.

Il manager ci tiene a precisare che “le aziende di filiera tradizionale funzionano, non c’è il caso che il modello di business non funzioni – commenta a Guida Viaggi -, semmai cosa non vorrei che capitasse?”. Il manager ha le idee ben chiare in merito, “Ora si sta sentendo qualche cosa dell’impatto sull’economia turistica italiana di alberghi e ristoranti, con le camere e le casse vuote – osserva il manager – ed arrivano proposte di pagamenti dilazionati. Vorrei che non ci fosse la miopia di togliere i pagamenti agevolati”.

Certo il manager riconosce che l’evento è “un grosso danno per il settore, il fatto che un player credibile abbia vissuto queste traversie fa male al nostro comparto, che deve elevare il percepito sulla sicurezza che deve dare il nostro settore”. Caravita osserva che ci sono alcune adv online che hanno costruito un marchio di affidabilità, che tolgono al sistema di garanzia e tutela che noi garantiamo”. s.v.

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Prenotazioni online “fantasma”: Fiavet Emilia Romagna e Marche scende in campo

L’associazione regionale spinge sul fatto che si adottino norme tutelanti per il consumatore come quelle suggerite all’assessorato al turismo a più riprese e chiede un tavolo di confronto

Fiavet Emilia Romagna e Marche scende in campo per testimoniare la propria posizione a seguito degli articoli apparsi sulla stampa regionale in merito alle problematiche accorse ad una  coppia modenese che aveva effettuato la prenotazione online di un albergo che si è rivelato poi fantasma. Dal canto suo la Fiavet regionale segnala da anni alle istituzioni, regionali e nazionali, che esistono concrete possibilità di incappare in disavventure per i consumatori che decidono di acquistare in autonomia online servizi turistici di vario tipo. Anche per questo, l’associazione di categoria chiede ai propri associati, che sono sia agenzie di viaggio tradizionali sia agenzie di viaggio online, di sottoscrivere un Codice etico per operare nella piena correttezza e legalità, tutelando ulteriormente i consumatori rispetto a quanto già la norma locale e nazionale fa. Di fatto, le leggi nazionali, e quelle europee in primis, tutelano ampiamente il consumatore che compra un pacchetto turistico in agenzia di viaggi, ma abbandonano il medesimo in situazioni “d’ombra” quand’esso si approccia ad un acquisto di un servizio turistico online, soprattutto se questo avviene su portali senza stabile organizzazione in Italia o addirittura appartenenti a società di diritto non comunitario, fa presente una nota della associazione.

“In queste settimane la Regione Emilia Romagna sta mettendo mano alla legge regionale in materia di organizzazione e vendita di viaggi e vacanze – evidenzia Massimo Caravita, presidente Fiavet Emilia Romagna e Marche – e non vorremmo che si perdesse l’occasione di adottare norme tutelanti per il consumatore come quelle suggerite dalla nostra associazione all’assessorato regionale al turismo a più riprese. A tal fine, ribadiamo un accorato appello affinché si apra un tavolo di confronto per evitare che situazioni come quelle successe alla coppia modenese si ripetano in futuro”.

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Direttiva europea: ci sono anche gli aspetti positivi

Massimo Caravita, presidente di Marsupio Group, analizza la nuova normativa, mettendo in luce le criticità ed eventuali problematiche per il settore, senza tralasciare ciò che funziona

La nuova direttiva europea tra criticità e punti favorevoli. Si parte intanto dalla situazione attuale che vede la definizione del testo che dovrà andare in Commissione turismo e commercio. Ad oggi ci sono ancora due o tre passaggi burocratici tra commissioni e Cdm, ma quello attuale dovrebbe essere il testo definitivo. 

Le criticità
“La nuova direttiva cambia le regole del gioco, ma se sono chiare, va bene”, afferma Massimo Caravita, presidente di Marsupio Group, che si sofferma su quelli che possono essere i rischi maggiori per il comparto.

Uno di questi è “il diritto di recesso da parte del cliente. Può beneficiarne (14 giorni) se ha firmato il contratto al di fuori di locali commerciali”. E’ uno dei punti caldi, perché il pensiero corre subito alla figura del consulente di viaggi. Prima il diritto di recesso era previsto, però se il t.o. o l’adv specificava che quel pacchetto non ne beneficiava, il diritto decadeva immediatamente. “E’ una criticità che si cerca ancora di poter cambiare”, fa presente Caravita.

Si passa al caso del danno da vacanza rovinata o danno morale, ci sono delle attestazioni dei diritti del consumatore, ma sono limitate. Il cliente può rescindere dal pacchetto, ma “il t.o. può aver scritto che il rimborso non può essere più di tre volte il valore”.

Un punto da chiarire è la non conformità. “Nel caso di problematiche del cliente quando è via, costui deve tempestivamente informare l’organizzatore che deve metterlo nella condizione di risolvere la problematica. Se non lo fa, il cliente dà un tempo ragionevole entro il quale il t.o. può fare ammendare il problema. Nel caso in cui l’operatore non lo faccia, il cliente può provvedere da solo e chiedere il rimborso”. In questo caso, secondo il manager il rischio è che “possa peggiorare la parte dei complain”. A suo dire questo punto sembra essere irrisolvibile, in quanto “gli interventi presupporrebbero un cambiamento della norma, che andrà invece delimitata con elementi calmieranti”. La differenza rispetto a prima? “Era previsto che il cliente dovesse dimostrare in loco le problematiche e non al ritorno, ma il fatto di procedere da sè non era normato”.

Un tema su cui è interessante soffermarsi è quello della doppia responsabilità. Con la nuova direttiva viene introdotta la distinzione tra organizzatore e intermediario. Ed ognuno ha le proprie responsabilità. Cosa significa? “Che non c’è più il rischio della doppia responsabilità – spiega il manager -, ma ognuno per le proprie competenze. L’adv è responsabile del mandato, l’organizzatore è responsabile di ciò che avviene contrattualmente”.

Un altro tema di criticità (in questo caso per il t.o.) è la cessione del contratto. “L’art. 38 dà diritto al viaggiatore di poter cedere ad altri il pacchetto fino a 7 giorni prima della partenza. La differenza rispetto a prima consiste nel fatto che era già previsto nei cataloghi, ma ora diventa un diritto”, mette in luce il manager. A seguito della cessione del contratto di viaggi, l’adv può chiedere delle spese, “ma devono essere ragionevoli”.

Gli aspetti positivi

La buona notizia è che la direttiva europea presenta anche degli aspetti positivi. Secondo il manager si possono raccogliere nel fatto che vi siano delle “limitazioni previste per i complain. C’è un ampio riferimento ai diritti del consumatore, ma ci sono perimetri circoscritti”, osserva Caravita. 

Un altro tema è quello del fondo di garanzia. La direttiva ha normato il fatto che non si è a rischio fallimento “per il fatturato di un anno, ma per il fatturato di un certo periodo“. Cosa vuol dire? La normativa dice che “bisogna tener conto della durata del periodo compreso tra acconti e saldo. C’è 1 mese di riferimento da considerare dove esiste il rischio. Per il completamento dei pacchetti (da quando il cliente prenota a quando parte) sono più o meno 6 mesi da considerare come tempistica – osserva Caravita -. Per il costo stimato per il rimpatrio in caso di insolvenza si valutano quanti clienti si hanno a settimana nel mondo, nel caso dell’Italia il rimpatrio non c’è”. Cosa è cambiato? “Prima la valutazione era fatta sul fatturato annuale di riferimento, ora non più”.

Cosa determina? “Che ci potranno essere sul mercato delle soluzioni che valutano la legge che dà la possibilità di coprire il pro medio”. A detta del manager la revisione del fondo è positiva per l’adv, “in quanto potrà spendere meno, valutando il pro medio, il che cambierà l’offerta di mercato”.

Abusivismo. Il tema è molto dibattuto, ma Caravita riesce ad intravedere un aspetto positivo sul fatto che venga “normato un fenomeno che in Italia avviene per legge. Ossia le associazioni possono fare viaggi occasionalmente, ora, invece, viene limitato in modo più chiaro e non più di due volte l’anno. E’ positivo il fatto che ci sia una limitazione, ma è chiaro che ci deve essere chi controlla”, sottolinea il manager. A chi è demandato il controllo? Alle autorità (locali). 

Un altro tema dibattuto è quello relativo ai pacchetti che ora sono cambiati. “Si deve fare minimo una notte, se no non è un pacchetto”. C’è chi è contento e chi no. s.v.

Per approfondimenti sul tema a questo link le nostre notizie sulla nuova Direttiva europea degli ultimi tre anni

http://www.guidaviaggi.it/rubriche/5694/

Caravita: “Sul Pci Dss, ratio giusta, ma punti da chiarire”

La ratio è giusta, in quanto è per la protezione contro le frodi nella gestione delle carte di credito, ma ci sono ancora diversi punti oscuri, fa presente il manager

Sarà un anno impegnativo per le adv e per il settore in generale. Da un lato perchè c’è la nuova direttiva pacchetti “da conoscere, digerire, attuare e ci sono pochi mesi per prendere dimestichezza. sarà un tema che tratteremo al Marsupio Day“, dichara a Guida Viaggi Massimo Caravita, presidente Marsupio Group

Dall’altro c’è l’adempimento richiesto da Iata, contro la clonazione delle carte di credito (Pci Dss) su cui il manager si sofferma in modo particolare. “Iata un anno fa ha iniziato a chiedere alle adv se si fossero dotate della certificazione – afferma il manager -. Uno degli elementi principali è che viene detto che l’adv sia certificata, ma non c’è un punto in cui si dica che debba mandare il materiale via mail e in che modalità”. A detta del manager l’ultima precisazione Iata farà sapere “a chi mandare la certificazione e come. Ci sono molti aspetti ancora oscuri e da chiarire”. 

Il manager ha diverse domande da porre. Una è: “Cosa deve fare l’adv che non si avvale della carta di credito? Può autocertificare che non la usa? Un altro elemento di dubbio è rappresentato dalle adv non Iata, in quanto non hanno l’obbligo”. Ed ancora, “se l’adv tratta la carta di credito solo di clienti che vanno in agenzia, emette un biglietto e per poco si trattiene la carta, immettendo i dati nel sistema certificato del Gds, può bastare un’autocertificazione per l’uso del sistema del Gds?”.

A maggio c’è la nuova direttiva sulla privacy (Gdpr), dove si parla anche della transazione con carta di credito. “Può essere un’opportunità per le adv per mettersi a norma sulla procedura da utilizzare. Dal canto nostro non ho voluto fare allarmismo sulle affiliate – fa sapere il manager -, c’è lo slittamento di un anno, visto che hanno legato la dotazione del certificato all’entrata in vigore del nuovo Bsp 2019 (NewGenIss Iata), che sarà più modulare”. 

Come si muoverà Marsupio? “Avendo un accordo di partnership con Bluteam, insieme abbiamo condiviso l’accordo con SicurItalia per la certificazione Pci-Dss”.

Il problema che sta alla base della normativa è la protezione contro le frodi nella gestione delle carte di credito, pertanto “la ratio è giusta – osserva Caravita -, ci deve essere una maggiore attenzione, ma si deve pesare un po’ tutto. Nel nostro sistema le frodi non si verificano tanto nel punto vendita, quanto piuttosto online. Nel caso delle adv Iata più piccole stiamo vedendo di trovare delle soluzioni che possano venire incontro, portando ad una certificazione a costi sostenibili”. s.v.

http://www.guidaviaggi.it/notizie/189445/

Marsupio, agenzie oltre lo sportello di vendita

Il rapporto tra rete e affiliate si connota sempre più come patto tra imprenditori

Siamo in una fase di mercato dove si avverte una “perdita del valore aggiunto della filiera, gli anelli reggono se ognuno lo crea e quello del t.o. si è un po’ perso. Rimane quando la produzione detiene il prodotto finale, ha posti, esclusive, allora gestisce meglio il prezzo e mantiene un certo valore. Regge chi fa investimenti, il che spinge il cliente  ad andare per forza da lui per quel determinato prodotto, passando così dalla filiera. Diversamente il valore aggiunto è dato dalle competenze, che devono essere molto alte”. Ad affermarlo è Massimo Caravita, vicepresidente Marsupio Group. Un’analisi che calza anche nei confronti delle adv, complice il fatto che sempre più i punti vendita portano avanti l’attività di tour operating. Ciò avviene quando “mancano i punti di riferimento e allora disintermediano”, osserva il manager.
In questo scenario si assiste ad un “ritorno della centralità dell’adv e un po’ meno del t.o – afferma Caravita -. Dal punto di vista della distribuzione l’andamento delle vendite è stato altalenante, ma alla fine positivo, perché più orientate e flessibili verso il cliente, ciò che invece il t.o. non dimostra di avere in quanto rigidamente posizionato sugli investimenti fatti”, ammonisce.

Il tema “caldo”
Un tema molto forte è quello della cancellazione gratuita, nel mercato c’è chi ha compreso che il cliente è “liquido, che vuole prenotare e cancellare, tema su cui il t.o. non si è ancora adeguato”. A concorrere a creare questo stato di aspettativa verso la possibilità di cancellazione le realtà online, che offrono la possibilità di farlo fino al giorno prima. Una strategia sostenuta da campagne di comunicazione molto forti. In questo modo il cliente andrà in adv “con un percepito che nel nostro sistema non c’è”. Perché le adv depacchettizzano? “Perché hanno maggiore flessibilità nel gestire il cliente – dice Caravita -, da qui la grande crisi dei t.o. che non sono coerenti con le richieste del consumatore. La distribuzione, invece, mantiene il suo appeal e un po’ lo accresce rispetto a due anni fa”. Serve un salto di qualità, ma anche la consapevolezza che le adv non sono “degli sportelli di vendita, il network si interfaccia con imprenditori del turismo. Marsupio è nato  con un obiettivo consortile, anche se siamo una spa, perché alla base c’è un intento di condivisione, essere assieme per cercare di strappare le migliori condizioni, concentrando le vendite”. Da qui la scelta del network di investire in nuovi servizi di marketing per le affiliate. “L’obiettivo è offrire strumenti perchè possano avere una maggiore visibilità sul territorio di appartenenza”. Marketing, comunicazione, Crm, lista nozze, “stiamo dando anche un sito proprio, in base al loro livello di affiliazione”, che il network aggiorna sulle promozioni, i prezzi, inserendo le liste nozze. Il terreno d’azione è l’online.

La frontiera dei portali
Secondo Caravita i portali o comparatori sono una delle frontiere su cui il network deve lavorare, grazie alla loro funzione di facilitatori. E’ ciò che sta facendo Marsupio, che ha al suo attivo già il metacomparatore di quote speciali. Al recente Marsupio Day ha lanciato due novità. Uno è il portale di comparazione traghetti, Mxferry, tutto b2b. “E’ stato creato nella logica della semplificazione, questo perchè la parte traghetti da qualche anno sta sfuggendo al segmento agenziale, pertanto stavamo cercando uno strumento che potesse aiutarle”. Il portale raccoglie 28 compagnie, commissionabili.
La seconda novità è specchio dei tempi e strizza l’occhio a quel versante di adv che si sente di fare da t.o. A loro è dedicato Mondo expert, in cui confluiscono i prodotti delle adv del network. La sua caratteristica è che ha una duplice anima, b2b e b2c, cosi da poter portare nuovi clienti in agenzia. Sul totale delle adv del network quelle che fanno anche da t.o. rappresentano l’8%, pari ad una ventina di adv. “Alcune gestiscono anche alberghi e fanno incoming. Molte adv che portano avanti questa attività, si spostano sul prodotto, lo detengono, il che diventa un elemento distintivo”, come espresso prima in merito ai t.o. e così il cerchio si chiude.

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Con la nuova direttiva si diventa gli “angeli custodi del viaggio”

Con questa normativa il grado di responsabilità e diritti riconosciuti al cliente sono maggiori rispetto al passato

Con la nuova direttiva europea sui pacchetti turistici c’è il rischio di diventare la protezione civile del viaggiatore? Qualcuno ha ventilato questa ipotesi, ma c’è chi preferisce parlare di “angelo custode”. A sostenere questa tesi é Massimo Broccoli, direttore commerciale di Veratour, intervenuto alla tavola rotonda sul tema direttiva in occasione del recente Marsupio Day.

Le responsabilità

Broccoli parla di responsabilità da parte di tutti, da un lato le adv che “dovranno formare il cliente”, dall’altro il t.o. che “dovrà mallevare le adv da qualsiasi tipo di problematica, in questo modo evita, appunto, che diventi un facente parte della protezione civile – afferma il manager -. Con questa direttiva il grado di responsabilità e di diritti riconosciuti al cliente sono maggiori rispetto al passato, per questo dovremo essere gli angeli custodi del viaggio“, asserisce Broccoli. Per il prodotto villaggio è più semplice, “avendo personale nostro, in ogni caso saremo molto legati al rispetto di norme ben precise”. Ricordiamoci sempre che stiamo parlando di una normativa a tutela del consumatore, come é stato sottolineato durante la tavola rotonda.

Inadempimento del contratto

Diego Scopece, responsabile ufficio legale di Eden Viaggi, sottolinea proprio che “la direttiva aumenta il livello di soggettività del cliente”. Scopece ha affrontato il tema dell’inadempimento del contratto.Nel caso in cui venga a mancare un servizio previsto, il t.o. ne offre uno sostitutivo, ma se il cliente lo rifiuta cosa succede? “É un tema dibattuto ante normativa, non ci sono cambiamenti se non per il cliente – osserva Scopece -. La normativa é abbastanza chiara sul fatto che il servizio debba essere paritetico, ma anche con una riduzione di prezzo. Si tratta pur sempre di una modifica del contratto”.
L’inadempimento lascia la possibilità al consumatore di poter non accettare la proposta di servizio sostitutivo offerto dal t.o. “pertanto gli operatori dovranno lavorare sulla possibilità di offrire al cliente qualche cosa che sia paritetico”. Se al cliente non va bene “va restituito il costo del pacchetto, in quanto é un annullamento senza penali”.

Il tema assicurativo

Gianluca Rossoni, avvocato di tourismlaw.it parla di difetto di conformità. Il legale fa presente che nella direttiva ci sono “elementi che limitano il diritto del consumatore di poter decidere, spunti  nuovi favorevoli al fatto che il consumatore sia responsabilizzato”.
Ben venga l’assicurazione obbligatoria, é stato detto al tavolo del Marsupio Day. In tema di obbligatorietà sembrerebbe che “i t.o. possano emettere una polizza in obbligatoria nel pacchetto di viaggio, ma non per motivi soggettivi – fa presente Christian Garrone, a.d. di Insurance 4 Travel -. Se non ci sono penali da pagare non si può chiedere il rimborso”.

Il disallineamento fiscale

Un altro tema su cui riflettere é “il parzialedisallineamento fiscale tra pacchetto turistico e servizio aggregato”, ha fatto presente il consulente legale Pierluigi Fiorentino. “Il prezzo forfettario globale non é più l’elemento fondamentale che qualifica i servizi come pacchetto e che fa scattare la norma della direttiva”. Ciò che è fondamentale ricordarsi é che “la direttiva pacchetti é diversa dalla direttiva Iva del 2006”.

I rischi

Non c’è la volontà di fare allarmismo, ma secondo Massimo Caravita, presidente di Marsupio Group, questa normativa presenta “molti rischi per l’organizzatore, così come l’adv che organizza deve stare attenta anche dal punto di vista fiscale, per il rischio di disallineamento”, mette in guardia Caravita. Il manager rileva anche degli elementi positivi, in particolare il punto in cui si dice “che se non sei un soggetto abilitato non puoi fare più di due eventi all’anno, il che delimita l’ambito di occasionalità a non più di due viaggi. In questo modo si può contrastare quella parte di abusivismo che capita di subire. Se già ci sono tre volantini di una associazione, vuol dire che quest’ultima é al di fuori della norma. Il consumatore ha tanti diritti e tutele che gli permettono di andare dal giudice e di avere un rimborso”, afferma il manager. s.v.

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Marsupio Day 2018 dà appuntamento a Fico Eataly World

La data è il 3 marzo, obiettivo confermarsi vetrina efficace per tutti gli operatori del settore e condividere con adv e fornitori gli strumenti commerciali utili per prepararsi all’estate

Marsupio Group rinnova l’appuntamento con le agenzie di viaggi in una location d’eccezione. Si terrà infatti nel Centro Congressi del nuovo Fico Eataly World di Bologna l’edizione 2018 di Marsupio Day, la giornata che il gruppo dedica ormai da 18 anni all’incontro tra le agenzie di viaggi e i fornitori. L’appuntamento è per il 3 marzo, con l’obiettivo di confermarsi una vetrina efficace per tutti gli operatori del settore e condividere con agenzie e fornitori gli strumenti commerciali utili per prepararsi al meglio e in anticipo alla successiva stagione estiva.

L’innovativa cornice di Fico, il più grande parco agroalimentare del mondo, sarà già di per sé elemento di interesse ed attrazione turistica e i partecipanti a Marsupio Day 2018 avranno l’occasione di scoprirlo e conoscerlo da vicino: si conferma la formula che vede protagoniste le agenzie di viaggi già nella giornata precedente a MD18, il 2 marzo, con un programma di intrattenimento formativo.

Inoltre, nella giornata del workshop, il 3 marzo, ci sarà il tradizionale convegno di apertura che tratterà un tema di grande attualità che coinvolge tutti gli attori del mondo del turismo organizzato.

“Anche questa edizione del Marsupio Day è stata ideata con un impegno concreto all’insegna della condivisione e della valorizzazione degli attori impegnati quotidianamente nella filiera turistica – commenta Massimo Caravita, presidente Marsupio Group -. Ci gratifica la partnership intrapresa con Fico Eataly World, che ospiterà MD18 nel suo funzionale Centro congressi di oltre 1000 mq, confermando così ulteriormente la già consolidata valenza turistica di un evento giunto con successo alla sua 18° edizione. MD18 si conferma l’evento delle agenzie per le agenzie, ponendosi come un momento di dialogo e confronto tra gli attori della filiera, per rinnovare e rafforzare la partnership tra tutti i protagonisti in campo”.

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Rimborso dei biglietti: cosa succede se Alitalia fallisce!

13244702_585110384998510_2183238994605014932_nSe Alitalia dovesse restare a terra, cosa succederebbe ai clienti che hanno acquistato un biglietto della compagnia aerea? La risposta alla domanda (che nelle ultime ore circola in maniera sempre più insistente) non è semplicissima. Per fare chiarezza sull’argomento bisogna distinguere tra le diverse tipologie di acquisto dei ticket, come precisa Massimo Caravita, vicepresidente Fiavet Emilia Romagna ed ex delegato di Giunta alle politiche dei trasporti di Fiavet nazionale.

Il primo caso è quello in cui il cliente abbia comprato in agenzia di viaggi un pacchetto che comprende anche il volo. “In questo caso, scattano le tutele – spiega Caravita – e il cliente ha diritto al rimborso o alla riprotezione”. Stesso discorso per i pacchetti comprensivi di volo venduti dai tour operator.

Se invece il cliente ha comprato il biglietto singolo direttamente dalla compagnia aerea (ovvero sul sito internet del vettore), “il viaggiatore entra nel novero dei creditori”, aggiunge il vicepresidente. Questo significa che il cliente potrà vantare un credito nei confronti della società pari al costo del biglietto; insieme a lui ci saranno (oltre ovviamente agli altri viaggiatori) i dipendenti, i fornitori e tutti coloro che hanno un credito esigibile.

Una terza casistica riguarda il biglietto singolo acquistato in agenzia di viaggi, ovvero la prenotazione di un volo che non fa parte di un pacchetto. In questo caso, “l’agenzia di viaggi diventa creditore della compagnia in nome e per conto del cliente”, specifica Caravita. In sostanza, la situazione è simile a quella precedente: il credito sarà ‘messo in lista’ insieme agli altri, solo che la procedura sarà fatta a nome dell’intermediario, il quale girerà la somma al cliente solo quando l’avrà ottenuta a sua volta.

Se il biglietto singolo è stato acquistato tramite un intermediario online (ovvero una Ota), le conseguenze sono le medesime: si tratta comunque di un ticket non inserito in un pacchetto prenotato da un intermediario.

Fin qui, la normativa valida in tutta Italia. Ma esiste un caso particolare: “Con la Regione Emilia Romagna abbiamo costituito una forma di tutela che interviene proprio in questi casi – sottolinea ancora Caravita -: si chiama ‘Agenzie sicure’ e comprende una serie di dettaglianti dell’area che rispettano precisi requisiti”. Chi ha acquistato in questi punti vendita, conclude il vicepresidente della Fiavet regionale, “nel caso in cui una compagnia aerea fallisse, otterrebbe il rimborso anche per il biglietto singolo”.

Marsupio rafforza la sinergia con i fornitori partner

Servizi alle agenzie, partnership e consolidamento nelle aree di presenza del network. Sono le parole d’ordine del piano di sviluppo di Marsupio nel 2016/2017. Quando si parla di investimenti sui servizi, questi sono “sotto l’egida della creazione e rafforzamento delle sinergie con i fornitori partner, sia nell’ambito tecnologico, ma anche nell’obiettivo comune di consolidare ed ampliare il portafoglio clienti dell’agenzia”, dichiara a Guida Viaggi il vicepresidente Massimo Caravita.

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