Polizia turistica, tavolo di confronto, incrocio delle banche date e un protocollo per gestire le segnalazioni: sono le ipotesi emerse nel convegno organizzato da Fiavet Emilia Romagna e Marche
“L’aspetto della legalità è un percorso che parla anche di comunicazione. Spesso ci troviamo in tavoli pubblici e privati che hanno lo stesso problema di contrastare o far emergere il turismo sommerso, l’abusivismo, che rappresenta un danno forte per le aziende e la nostra economia. L’idea è di partire da qui, dai comparti che portano la nostra industria ad un peso del 13% sul Pil con un 6,5% degli occupati, un comparto dove la politica ha un approccio distratto, mentre l’industria parallela conosce bene queste potenzialità, vivendo nella irregolarità”. Parte da questa denuncia Massimo Caravita, presidente di Fiavet Emilia Romagna e Marche, per discutere di abusivismo.
“Fino a poco fa si parlava tra noi di invasione di campo – aggiunge – ora, complice il web, il campo si è allargato e ci troviamo di fronte a vari tipi di abusivismo: commerciale, turistico, ricettivo. Tante le irregolarità, che anche grazie alle nuove tecnologie hanno diffuso la possibilità di agire nel sommerso”.
Sensibilizzare e informare gli stakeholder pubblici e privati del danno che provoca questo sistema all’economia è l’obiettivo numero uno di un convegno organizzato dalla Fiavet regionale qualche giorno fa a Rimini.
Il fine ultimo è arrivare a stilare delle proposte per arginare la piaga. Lo abbiamo chiesto proprio a lui, Caravita, di tracciare un quadro concreto di soluzioni.
“Una delle armi che si potrebbe usare – spiega – e che in alcune aree già funziona, è l’istituzione di una polizia locale turistica da formare perché abbia dimestichezza con le leggi specifiche di settore”. Altro aspetto che ancora manca, è l’incrocio delle banche dati: “Dopo aver tracciato l’appartamento turistico, (in diverse regioni è già operativo il codice identificativo) deve seguire il momento di verifica sull’incasso”. Ci vogliono controlli e da qui l’esigenza di un decreto attuativo che porti all’arrivo di attori in grado di esercitare il potere. Altro elemento risolutivo è quello dell’osservatorio turistico, “elemento importante legato al Cin – sottolinea Caravita – che dà la possibilità di monitorare i flussi”. Già istituito in alcune regioni, deve essere implementato e finanziato. Ultima proposta riguarda l’istituzione di un tavolo sull’abusivismo a livello regionale “specifico sul turismo e dove i soggetti siano più ampi, per poi da qui fare un protocollo d’intesa per la gestione delle segnalazioni”.
Lo sportello regionale dell’Emilia Romagna è un esempio lampante: fatte 100 le segnalazioni, solo un 5% riceve un seguito.
E’ un quadro a tinte scure, conferma anche Alberto Corti, responsabile settore turismo di Confcommercio: “Secondo Banca Italia la spesa dei turisti stranieri in Italia ammonta ad oltre 40 miliardi ma l’ex ministro Centinaio ha parlato di un raddoppio della cifra facendo emergere il sommerso con un’economia tracciata. C’è una economia duplicata che non vediamo e non la vede né il fisco né il sistema Paese, oltre ad un problema di sicurezza”.
Quali gli strumenti per fare emergere il sommerso? L’assessore regionale Andrea Corsini dichiara che l’amministrazione regionale sta lavorando sul rifinanziamento dell’albo Agenzie sicure e su un bando per la riqualificazione dei punti vendita delle agenzie di viaggio. Una buona notizia che il vicepresidente di Confcommercio con delega al Turismo, Mauro Mambelli, accoglie con piacere rilanciando e confermando l’impegno profuso da Confcommercio alla lotta all’abusivismo turistico e commerciale: “Nel mondo di Fipe e Federalberghi c’è una forte concorrenza, 190 miliardi sfuggono alla tassazione”. Daniele Barbetti, presidente di Federalberghi Toscana, evidenzia come nella sua regione si stia già lavorando con l’amministrazione pubblica da quasi un anno sull’applicazione del codice identificativo delle strutture extralberghiere. I dati che emergono sono preoccupanti in quanto tracciano un fenomeno di rilevanti dimensioni che elude norme e tassazioni: “In Toscana abbiamo 100 milioni di presenze e solo 48 mln censite”. l.d.
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