Al mercato serve una distribuzione forte

“Quando ci sarà la ripartenza, il cliente ricercherà la rete fisica in base al moderno principio della propensione all’acquisto che vede sempre di più l’integrazione dell’online e dell’offline”, dice Caravita, presidente Fiavet Emilia Romagna e Marche – di Stefania Vicini

“Quando si ripartirà ci sarà bisogno di una distribuzione forte, non solo della casa madre, dei grandi gruppi…perché quella della forza è una condizione che è data anche dal presidio del territorio, dal negozio di prossimità”. A parlare è Massimo Caravitapresidente di Fiavet Emilia Romagna e Marche, che si sofferma ad analizzare il momento contingente per cercare di capire come sarà quello futuro.

Cosa servirà alle adv all’atto della ripartenza? “La vicenda Covid ha portato un’accelerazione sul mercato tale per cui è nata la consapevolezza che l’agenzia trova beneficio nell’affiancare un brand forte al proprio“, osserva.

Nel momento in cui gli si fa presente che molti negozi fisici, al di là del settore del travel, stanno chiudendo o riprogettando il loro modo d’essere, Caravita osserva che “una compressione delle attività porta ad un indebolimento della rete fisica che non è positivo sotto molteplici aspetti. Infatti, quando ci sarà la ripartenza, il cliente ricercherà la rete fisica in base al moderno principio della propensione all’acquisto che vede sempre di più l’integrazione dell’online e dell’offline, come già avviene in tantissimi settori”. A suo dire c’è una “integrazione fortissima tra le due parti, che non sono imprescindibili, ma è anche vero che se l’adv diventa sempre più piccola o sparisce, lasciando posto ad altre figure professionali senza vetrina, in tutto ciò verrà a mancare un pezzo fondamentale per il sostegno e il rilancio delle vendite del turismo organizzato – fa presente il manager – e spingerà il cliente a fare shopping sull’online disintermediato“.

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Stefania Vicini

Caravita: “Bisogna investire sul sistema di filiera”

Secondo il presidente di Fiavet Emilia Romagna e Marche bisogna trovare il modo di pensare meglio il buono vacanze, “ampliando la platea dei beneficiari ed i servizi acquistabili” – di Stefania Vicini

Riflette sull’estate 2020, sullo strumento dei voucher e dei buoni vacanzaMassimo Caravitapresidente Fiavet Emilia Romagna e Marche e arriva alla conclusione che sono stati utilizzati da “una platea di persone non abituata ad andare in vacanza – afferma a Guida Viaggi -. Alcuni albergatori hanno aperto con la prospettiva di incassare il buono, infatti ha aiutato in parte il fronte alberghiero, non il comparto agenziale”, asserisce, aggiungendo che in termini di utilizzo “è al di sotto rispetto a quanto previsto dal governo”. La speranza di tutti è che vengano reimpiegati per le adv, per il settore.

Caravita non demonizza lo strumento in assoluto, lo dice molto chiaramente, “il problema è che è stato solo a beneficio del comparto alberghiero”. A suo dire poteva essere gestito “ampliando la platea dei beneficiari ed i servizi acquistabili”.

Dal canto suo l’impegno di Fiavet Emilia Romagna e Marche è quello di sostenere le adv in modo che usino gli strumenti “messi a disposizione da governo e regioni, dal credito di imposta sugli affitti ai finanziamenti senza garanzia”. Cosa ha fatto la regionale per venire incontro alle adv? “Abbiamo chiesto di avere un contributo per ogni passeggero portato in Emilia Romagna dalle agenzie di viaggi – spiega Caravita -, in modo che si creino benefici e traffico che restino nella filiera”.

Un modus operandi utilizzato già da altri Paesi, poco in Italia. Alla base c’è la volontà di “agevolare gli atteggiamenti virtuosi – spiega il manager -. Per esempio lo abbiamo fatto in Emilia Romagna sui pullman, per ogni passeggero che arrivava a settembre ed ottobre era previsto un piccolo ristoro dato alla adv organizzatrice. Sono modelli virtuosi su cui investire”. La convinzione del manager è che non bisogna puntare solo sull’assistenzialismo, ma “che bisogna investire anche nella ripartenza, nel sistema di filiera”. Unità di intenti e di azioni. Andare nella medesima direzione.

Vero è che qualcosa di positivo la situazione attuale l’ha portato, “è la prima crisi in cui si sente parlare di adv e di t.o, di turismo in generale, del nostro comparto”, osserva il manager.
Alla domanda se siamo di fronte ad una nuova consapevolezza? Caravita fa presente che il settore del travel ha “esigenze più lunghe, noi ripartiremo tre-sei mesi dopo e qualsiasi strumento per noi deve essere prolungato dal governo”. A suo dire le associazioni “non hanno finito il loro lavoro, devono continuare a monitorare la parte di sostegno data alle aziende e far capire che va prolungata”.
Secondo Caravita bisogna “trovare il modo di pensare meglio il buono vacanze, far sì che ci sia un investimento del governo sul sistema di filiera, che amplifichi i benefici in termini fiscali e di conseguenza gli aiuti”. 

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Stefania Vicini

Caravita: “Il test definitivo è a settembre, con l’inizio delle scuole”

L’estate non ha soddisfatto le aspettative. L’autunno momento di bilanci per le adv, che vanno a rivedere la razionalizzazione dei costi e i servizi offerti dice il presidente Fiavet Emilia Romagna e Marche – di Stefania Vicini

Un’estate che “non ha soddisfatto le aspettative, si sperava di fare di più. L’improvvisa limitazione di alcune aree sopraggiunta in corsa, tra Spagna, Sardegna, Malta, Grecia e Croazia, mentre si stava concretizzando l’alta stagione ha portato ad una ulteriore limitazione dei numeri, che già non erano brillanti”. A parlare è Massimo Caravitapresidente Fiavet Emilia Romagna e Marche.

A suo dire c’è stata una “discrasia da parte degli alberghi che, in alcune zone, hanno beneficiato del bonus vacanza. In qualche maniera lo strumento è stato positivo, noi però questo supporto non lo abbiamo avuto, non ci è venuto incontro alcuno strumento”. La situazione vede “i portafogli sgonfi e incertezza, non sono tanto le adv vuote quanto i gestionali – osserva Caravita -. Non abbiamo fatto pratiche, è stata una brutta estate”. 

A complicare la situazione il fatto che non si possa sperare, diversamente da altri anni, che settembre possa andare a compensare, quest’anno sarà difficile che possa essere “un mese di rimpiazzo, sarà brutto e pure lo saranno gli altri mesi autunnali ed invernali. Le legittime circolari dei t.o. che dicono che non andranno a programmare l’inverno per il lungo raggio, portano un ulteriore sconforto nelle adv”.

Senza mezzi termini il presidente afferma che “sarà un inverno minimale nei numeri, sarà un autunno abbastanza preoccupante”. A suo dire “il test definitivo sarà a settembre con l’inizio delle scuole, se gira sufficientemente bene, se la scuola riparte con serenità salviamo anche Capodanno, altrimenti rimangono la tensione e il problema sociale”.

Settembre ed ottobre sono anche “un momento di bilanci, quello in cui le adv vanno a rivedere la razionalizzazione dei costi, ma anche i servizi offerti, il modello di business, per capire come ripartire”.

In Emilia Romagna vi sono 600 adv, circa il 30% è associato alla Fiavet regionale. Quanto alle aperture “ai primi di giugno hanno aperto le più strutturate, le più fiduciose avevano aperto a maggio, a ranghi ridotti. Altre hanno atteso un po’”.

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Fiavet-Emilia Romagna: “Risposte chiare sulle richieste”

Il presidente Caravita ribadisce che sono necessari segnali chiari e interventi urgenti e strutturali a sostegno delle aziende del travel che si trovano in particolare difficoltà nella regione

A causa dell’emergenza Covid-19, il comparto turistico è indubbiamente il più penalizzato. In Emilia-Romagna, in particolare, il coronavirus sta seriamente mettendo a dura prova le aziende del travel rappresentate da Fiavet, come dichiara il presidente regionale dell’associazione invocando interventi urgenti e risposte chiare per le varie esigenze.

“Premesso che, nonostante l’emergenza Coronavirus, le nostre aziende non hanno mai smesso di operare per garantire e gestire le prenotazioni in essere e per assistere la clientela – spiega Massimo Caravita, presidente Fiavet Emilia-Romagna – dal 18 maggio tutti noi siamo pronti a ripartire più motivati che mai. Se però da un lato siamo impazienti di poter mettere a disposizione dei cittadini la nostra professionalità, dall’altro sentiamo il bisogno di ricevere dalle Istituzioni conferme e risposte inerenti le richieste presentate nel tempo agli assessorati di competenza e rimaste ancora in sospeso, come ad esempio, quella relativa al bando di digitalizzazione ed arredi; il fondo regionale agenzie sicure (che coinvolge circa 90 aziende ed è dedicato al fallimento dei fornitori); l’aggiornamento e la modifica della Legge Regionale per professioni turistiche”.

“Indubbiamente, nei giorni scorsi, l’assessore regionale ai Trasporti e al Turismo Andrea Corsini -prosegue il presidente Caravita – ha colto il grido di aiuto presentato dagli agenti di viaggio, non sottraendosi al confronto e rilanciando con proposte e idee, e di ciò lo ringraziamo; è altrettanto vero però che ad oggi siamo ancora in attesa di un segnale chiaro. Ribadisco infatti che sono necessari interventi urgenti e strutturali a sostegno della nostra categoria, che presenta criticità diverse e più gravi rispetto ad altri comparti produttivi. Infatti, è impensabile che alla fine del lockdown le nostre imprese possano ritornare in tempi brevi a pieno regime produttivo, in quanto, per esempio, i turisti stranieri non potranno venire in Italia per lungo tempo. Il rischio è che non si comprenda il valore strategico del nostro comparto per la ripartenza di tutto il turismo regionale. Come ho sottolineato, l’assessorato presieduto da Corsini ha da tempo aperto un dialogo costruttivo con noi, ma è necessario fare di più, calibrare gli interventi in maniera mirata e fare Sistema, anche nelle attività promozionali future per il rilancio del nostro territorio”.

“Il nuovo decreto che regola le riaperture presenta tante lacune che lasciano le nostre aziende in un futuro incerto” – commenta il consiglio direttivo Fiavet. In particolare, Fiavet Emilia-Romagna in riferimento al nuovo Dpcm sostiene che: il bonus vacanze debba essere spendibile anche pagando il proprio soggiorno in agenzia per renderlo un vero strumento di ripartenza del settore turistico. La cassa integrazione, poi, deve poter essere estesa al 31/12/2020. I 25 milioni per le agenzie di viaggio e tour operator è una cifra esigua, per non parlare delle procedure che risultano poco chiare, in quanto demandate ad un decreto ministeriale. Infine, il fondo perduto debba essere collegato ad una perdita calcolata “anno per anno” in quanto le agenzie di viaggio avranno una perdita effettiva ben oltre la fine del lockdown.

“In primis ciò che chiediamo – spiega Caravita – è il rifinanziamento del bando regionale per la concessione dei contributi per l’abbattimento dei costi di accesso al credito; quindi una tassazione che porti alla cancellazione delle rate dei tributi locali del primo semestre 2020 e dell’Irap per tutto il 2020, oltre alla riduzione dell’aliquota regionale Irpef; infine un fondo di sostegno dedicato alle nostre aziende”.

“Sebbene in questo momento sia prematuro fare previsioni, qualunque cosa accada – conclude il presidente Caravita – noi di Fiavet ci saremo e continueremo a fare la nostra parte, sia dando voce alle associazioni e alle aziende del comparto, sia ponendoci come capofila per contribuire alla ripartenza della macchina del turismo dell’Emilia-Romagna: un’industria turistica che non ha eguali e che, sono certo, sarà in grado di accogliere i turisti in sicurezza, regalando esperienze nuove ed entusiasmanti. Perchè, se è vero che il turismo è tra i settori che escono più sconfitti dalla pandemia, è anche quello che prima di altri deve reiventarsi, compatibilmente con le norme in vigore. Sono altrettanto certo inoltre che viaggiare in Italia sarà sicuro e che l’accoglienza raggiungerà i massimi livelli, anche se con alcune limitazioni. Infine, se in una prima fase i soggiorni saranno più corti e localizzati soprattutto nei fine settimana, lo scenario cambierà radicalmente con la riapertura delle frontiere, momento in cui dovremo essere pronti ad accogliere vecchi e nuovi clienti, con l’obiettivo di soddisfare ogni tipo di richiesta, anche la più esigente. Fortunatamente, abbiamo dalla nostra parte una regione dove il grande senso di accoglienza ed ospitalità, il servizio accurato, l’empatia e l’ascolto rappresentano un forte appeal per diversi target turistici, per cui credo che, seppur con fatica, i risultati non mancheranno ad arrivare se, sostenuti dalla regione, saremo in grado di fare rete e di non arrenderci”.

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Le mosse per bloccare il sommerso

Polizia turistica, tavolo di confronto, incrocio delle banche date e un protocollo per gestire le segnalazioni: sono le ipotesi emerse nel convegno organizzato da Fiavet Emilia Romagna e Marche

“L’aspetto della legalità è un percorso che parla anche di comunicazione. Spesso ci troviamo in tavoli pubblici e privati che hanno lo stesso problema di contrastare o far emergere il turismo sommerso, l’abusivismo, che rappresenta un danno forte per le aziende e la nostra economia. L’idea è di partire da qui, dai comparti che portano la nostra industria ad un peso del 13% sul Pil con un 6,5% degli occupati, un comparto dove la politica ha un approccio distratto, mentre l’industria parallela conosce bene queste potenzialità, vivendo nella irregolarità”. Parte da questa denuncia Massimo Caravita, presidente di Fiavet Emilia Romagna e Marche, per discutere di abusivismo.

“Fino a poco fa si parlava tra noi di invasione di campo – aggiunge – ora, complice il web, il campo si è allargato e ci troviamo di fronte a vari tipi di abusivismo: commerciale, turistico, ricettivo. Tante le irregolarità, che anche grazie alle nuove tecnologie hanno diffuso la possibilità di agire nel sommerso”.

Sensibilizzare e informare gli stakeholder pubblici e privati del danno che provoca questo sistema all’economia è l’obiettivo numero uno di un convegno organizzato dalla Fiavet regionale qualche giorno fa a Rimini.

Il fine ultimo è arrivare a stilare delle proposte per arginare la piaga. Lo abbiamo chiesto proprio a lui, Caravita, di tracciare un quadro concreto di soluzioni.

“Una delle armi che si potrebbe usare – spiega – e che in alcune aree già funziona, è l’istituzione di una polizia locale turistica da formare perché abbia dimestichezza con le leggi specifiche di settore”. Altro aspetto che ancora manca, è l’incrocio delle banche dati: “Dopo aver tracciato l’appartamento turistico, (in diverse regioni è già operativo il codice identificativo) deve seguire il momento di verifica sull’incasso”. Ci vogliono controlli e da qui l’esigenza di un decreto attuativo che porti all’arrivo di attori in grado di esercitare il potere. Altro elemento risolutivo è quello dell’osservatorio turistico, “elemento importante legato al Cin – sottolinea Caravita – che dà la possibilità di monitorare i flussi”. Già istituito in alcune regioni, deve essere implementato e finanziato. Ultima proposta riguarda l’istituzione di un tavolo sull’abusivismo a livello regionale “specifico sul turismo e dove i soggetti siano più ampi, per poi da qui fare un protocollo d’intesa per la gestione delle segnalazioni”.

Lo sportello regionale dell’Emilia Romagna è un esempio lampante: fatte 100 le segnalazioni, solo un 5% riceve un seguito.

E’ un quadro a tinte scure, conferma anche Alberto Corti, responsabile settore turismo di Confcommercio: “Secondo Banca Italia la spesa dei turisti stranieri in Italia ammonta ad oltre 40 miliardi ma l’ex ministro Centinaio ha parlato di un raddoppio della cifra facendo emergere il sommerso con un’economia tracciata. C’è una economia duplicata che non vediamo e non la vede né il fisco né il sistema Paese, oltre ad un problema di sicurezza”.

Quali gli strumenti per fare emergere il sommerso? L’assessore regionale Andrea Corsini dichiara che l’amministrazione regionale sta lavorando sul rifinanziamento dell’albo Agenzie sicure e su un bando per la riqualificazione dei punti vendita delle agenzie di viaggio. Una buona notizia che il vicepresidente di Confcommercio con delega al Turismo, Mauro Mambelli, accoglie con piacere rilanciando e confermando l’impegno profuso da Confcommercio alla lotta all’abusivismo turistico e commerciale: “Nel mondo di Fipe e Federalberghi c’è una forte concorrenza, 190 miliardi sfuggono alla tassazione”. Daniele Barbetti, presidente di Federalberghi Toscana, evidenzia come nella sua regione si stia già lavorando con l’amministrazione pubblica da quasi un anno sull’applicazione del codice identificativo delle strutture extralberghiere. I dati che emergono sono preoccupanti in quanto tracciano un fenomeno di rilevanti dimensioni che elude norme e tassazioni: “In Toscana abbiamo 100 milioni di presenze e solo 48 mln censite”. l.d.

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Marsupio, agenzie oltre lo sportello di vendita

Il rapporto tra rete e affiliate si connota sempre più come patto tra imprenditori

Siamo in una fase di mercato dove si avverte una “perdita del valore aggiunto della filiera, gli anelli reggono se ognuno lo crea e quello del t.o. si è un po’ perso. Rimane quando la produzione detiene il prodotto finale, ha posti, esclusive, allora gestisce meglio il prezzo e mantiene un certo valore. Regge chi fa investimenti, il che spinge il cliente  ad andare per forza da lui per quel determinato prodotto, passando così dalla filiera. Diversamente il valore aggiunto è dato dalle competenze, che devono essere molto alte”. Ad affermarlo è Massimo Caravita, vicepresidente Marsupio Group. Un’analisi che calza anche nei confronti delle adv, complice il fatto che sempre più i punti vendita portano avanti l’attività di tour operating. Ciò avviene quando “mancano i punti di riferimento e allora disintermediano”, osserva il manager.
In questo scenario si assiste ad un “ritorno della centralità dell’adv e un po’ meno del t.o – afferma Caravita -. Dal punto di vista della distribuzione l’andamento delle vendite è stato altalenante, ma alla fine positivo, perché più orientate e flessibili verso il cliente, ciò che invece il t.o. non dimostra di avere in quanto rigidamente posizionato sugli investimenti fatti”, ammonisce.

Il tema “caldo”
Un tema molto forte è quello della cancellazione gratuita, nel mercato c’è chi ha compreso che il cliente è “liquido, che vuole prenotare e cancellare, tema su cui il t.o. non si è ancora adeguato”. A concorrere a creare questo stato di aspettativa verso la possibilità di cancellazione le realtà online, che offrono la possibilità di farlo fino al giorno prima. Una strategia sostenuta da campagne di comunicazione molto forti. In questo modo il cliente andrà in adv “con un percepito che nel nostro sistema non c’è”. Perché le adv depacchettizzano? “Perché hanno maggiore flessibilità nel gestire il cliente – dice Caravita -, da qui la grande crisi dei t.o. che non sono coerenti con le richieste del consumatore. La distribuzione, invece, mantiene il suo appeal e un po’ lo accresce rispetto a due anni fa”. Serve un salto di qualità, ma anche la consapevolezza che le adv non sono “degli sportelli di vendita, il network si interfaccia con imprenditori del turismo. Marsupio è nato  con un obiettivo consortile, anche se siamo una spa, perché alla base c’è un intento di condivisione, essere assieme per cercare di strappare le migliori condizioni, concentrando le vendite”. Da qui la scelta del network di investire in nuovi servizi di marketing per le affiliate. “L’obiettivo è offrire strumenti perchè possano avere una maggiore visibilità sul territorio di appartenenza”. Marketing, comunicazione, Crm, lista nozze, “stiamo dando anche un sito proprio, in base al loro livello di affiliazione”, che il network aggiorna sulle promozioni, i prezzi, inserendo le liste nozze. Il terreno d’azione è l’online.

La frontiera dei portali
Secondo Caravita i portali o comparatori sono una delle frontiere su cui il network deve lavorare, grazie alla loro funzione di facilitatori. E’ ciò che sta facendo Marsupio, che ha al suo attivo già il metacomparatore di quote speciali. Al recente Marsupio Day ha lanciato due novità. Uno è il portale di comparazione traghetti, Mxferry, tutto b2b. “E’ stato creato nella logica della semplificazione, questo perchè la parte traghetti da qualche anno sta sfuggendo al segmento agenziale, pertanto stavamo cercando uno strumento che potesse aiutarle”. Il portale raccoglie 28 compagnie, commissionabili.
La seconda novità è specchio dei tempi e strizza l’occhio a quel versante di adv che si sente di fare da t.o. A loro è dedicato Mondo expert, in cui confluiscono i prodotti delle adv del network. La sua caratteristica è che ha una duplice anima, b2b e b2c, cosi da poter portare nuovi clienti in agenzia. Sul totale delle adv del network quelle che fanno anche da t.o. rappresentano l’8%, pari ad una ventina di adv. “Alcune gestiscono anche alberghi e fanno incoming. Molte adv che portano avanti questa attività, si spostano sul prodotto, lo detengono, il che diventa un elemento distintivo”, come espresso prima in merito ai t.o. e così il cerchio si chiude.

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Con la nuova direttiva si diventa gli “angeli custodi del viaggio”

Con questa normativa il grado di responsabilità e diritti riconosciuti al cliente sono maggiori rispetto al passato

Con la nuova direttiva europea sui pacchetti turistici c’è il rischio di diventare la protezione civile del viaggiatore? Qualcuno ha ventilato questa ipotesi, ma c’è chi preferisce parlare di “angelo custode”. A sostenere questa tesi é Massimo Broccoli, direttore commerciale di Veratour, intervenuto alla tavola rotonda sul tema direttiva in occasione del recente Marsupio Day.

Le responsabilità

Broccoli parla di responsabilità da parte di tutti, da un lato le adv che “dovranno formare il cliente”, dall’altro il t.o. che “dovrà mallevare le adv da qualsiasi tipo di problematica, in questo modo evita, appunto, che diventi un facente parte della protezione civile – afferma il manager -. Con questa direttiva il grado di responsabilità e di diritti riconosciuti al cliente sono maggiori rispetto al passato, per questo dovremo essere gli angeli custodi del viaggio“, asserisce Broccoli. Per il prodotto villaggio è più semplice, “avendo personale nostro, in ogni caso saremo molto legati al rispetto di norme ben precise”. Ricordiamoci sempre che stiamo parlando di una normativa a tutela del consumatore, come é stato sottolineato durante la tavola rotonda.

Inadempimento del contratto

Diego Scopece, responsabile ufficio legale di Eden Viaggi, sottolinea proprio che “la direttiva aumenta il livello di soggettività del cliente”. Scopece ha affrontato il tema dell’inadempimento del contratto.Nel caso in cui venga a mancare un servizio previsto, il t.o. ne offre uno sostitutivo, ma se il cliente lo rifiuta cosa succede? “É un tema dibattuto ante normativa, non ci sono cambiamenti se non per il cliente – osserva Scopece -. La normativa é abbastanza chiara sul fatto che il servizio debba essere paritetico, ma anche con una riduzione di prezzo. Si tratta pur sempre di una modifica del contratto”.
L’inadempimento lascia la possibilità al consumatore di poter non accettare la proposta di servizio sostitutivo offerto dal t.o. “pertanto gli operatori dovranno lavorare sulla possibilità di offrire al cliente qualche cosa che sia paritetico”. Se al cliente non va bene “va restituito il costo del pacchetto, in quanto é un annullamento senza penali”.

Il tema assicurativo

Gianluca Rossoni, avvocato di tourismlaw.it parla di difetto di conformità. Il legale fa presente che nella direttiva ci sono “elementi che limitano il diritto del consumatore di poter decidere, spunti  nuovi favorevoli al fatto che il consumatore sia responsabilizzato”.
Ben venga l’assicurazione obbligatoria, é stato detto al tavolo del Marsupio Day. In tema di obbligatorietà sembrerebbe che “i t.o. possano emettere una polizza in obbligatoria nel pacchetto di viaggio, ma non per motivi soggettivi – fa presente Christian Garrone, a.d. di Insurance 4 Travel -. Se non ci sono penali da pagare non si può chiedere il rimborso”.

Il disallineamento fiscale

Un altro tema su cui riflettere é “il parzialedisallineamento fiscale tra pacchetto turistico e servizio aggregato”, ha fatto presente il consulente legale Pierluigi Fiorentino. “Il prezzo forfettario globale non é più l’elemento fondamentale che qualifica i servizi come pacchetto e che fa scattare la norma della direttiva”. Ciò che è fondamentale ricordarsi é che “la direttiva pacchetti é diversa dalla direttiva Iva del 2006”.

I rischi

Non c’è la volontà di fare allarmismo, ma secondo Massimo Caravita, presidente di Marsupio Group, questa normativa presenta “molti rischi per l’organizzatore, così come l’adv che organizza deve stare attenta anche dal punto di vista fiscale, per il rischio di disallineamento”, mette in guardia Caravita. Il manager rileva anche degli elementi positivi, in particolare il punto in cui si dice “che se non sei un soggetto abilitato non puoi fare più di due eventi all’anno, il che delimita l’ambito di occasionalità a non più di due viaggi. In questo modo si può contrastare quella parte di abusivismo che capita di subire. Se già ci sono tre volantini di una associazione, vuol dire che quest’ultima é al di fuori della norma. Il consumatore ha tanti diritti e tutele che gli permettono di andare dal giudice e di avere un rimborso”, afferma il manager. s.v.

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Sempre più adv interessate al segmento sposi

Sempre più agenzie aggrediscono il segmento sposi, o si strutturano per affrontarlo o per migliorare ciò che già fanno. Il dato di fatto è che “c’è mercato e c’è grande interesse da parte dei fornitori”. Il segnale è stato dato durante la recente convention annuale di Marsupio Group, occasione per portare l’attenzione delle adv su questa fascia di clientela.

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